Nel 1967 l’ultima personale alla Betty Parsons è accolta con freddezza e delusione. Anche il mercato italiano si rivela impenetrabile alla sua pittura. Grazie all’eredità ricevuta in seguito alla morte della madre, che lo libera dalla preoccupazione di commercializzare le sue opere, Congdon diventa artisticamente un eremita. In questa condizione di isolamento, sorprendentemente, l’artista rifiorisce: gli anni 1966-1979 sono un periodo di grande creatività. Questa fase è segnata dal ritorno a temi e dinamiche della pittura passata. I viaggi, in particolare a partire dalla metà degli anni Settanta, tornano ad essere uno stimolo fondamentale. Congdon non è più il viaggiatore romantico e solitario di vent’anni prima - ora viaggia in comitive organizzate -, ma è sempre il pittore attento a cogliere eventi inattesi. L’Africa e l’Oriente lo attirano in modo particolare.