Alla fine degli anni Settanta, ancora grazie all’amico Paolo Mangini, chiusa la casa di Assisi, Congdon trova una nuova sistemazione nella Bassa milanese, in una casa-studio annessa a un monastero benedettino, conosciuto come Cascinazza. Congdon sprofonda in una terra che è “una spugna sozza e bagnata”: Venezia non è mai stata così lontana. È come essere inghiottito da una terra “infera”, un buco nero che sembra risucchiare tutta la Bellezza contemplata negli anni passati.